Difendiamo chi ci difende


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La professione del poliziotto, del carabiniere o di chi opera nella difesa e nella sicurezza del cittadino è caratterizzata da alte fonti di stress: gli interventi si devono compiere in tempi brevissimi, occorre gestire le emozioni per mantenere la giusta lucidità e poter realizzare l’intervento e gli eventi con cui si entra a contatto sono spesso una minaccia alla propria vita o a quella di chi si sta tutelando. Alcuni tra questi elementi, che la letteratura chiama “stressors del contenuto lavorativo”, vanno a sommarsi a quelli del “contesto lavorativo”, di natura più organizzativa ma non meno influenti : organizzazione su turni, stipendi bassi, organico insufficiente, strumentazione e formazione carenti o obsolete.

La vita ci mette spesso di fronte a momenti duri e difficili da sopportare ma quando il lavoro è di sua natura una professione stressante e pericolosa ecco che l’attenzione e le iniziative si dovrebbero fare più consistenti e puntuali.

Il possibile esito dell’esposizione ai fattori traumatici sopra descritti è l’esordio di disturbi psicologici e difficoltà personali.

Sintomi quali sensazione di “esaurimento emotivo”, “depersonalizzazione” (le persone che mi trovo a proteggere vengono vissute più come cose che come persone) e un senso di “ridotta autorealizzazione” sono solo alcuni degli effetti che lo stress cronico di una helping profession può causare. Inoltre intervenire durante un evento traumatico (gravi incidenti stradali o ferroviari, calamità naturali, rapine a mano armata, barricamenti, sparatorie…) può provocare nell’individuo l’insorgenza del Disturbo Post Traumatico da Stress e la conseguente difficoltà a superare il trauma.

Occorre ricordare il fenomeno del suicidio tra gli operatori delle Forze dell’Ordine e quanto spesso sia difficile condividere ed esprimere emozioni e sentimenti quali rabbia, dolore e tristezza in un ambiente che ancora oggi si confronta con retaggi culturali che etichettano alcune aperture come segni di debolezza e scarsa virilità, così come possa esserlo per le donne in un ambiente ancora molto “maschile”.

In questa cornice si fa sempre più evidente l’importanza e la necessità di garantire e fornire agli Agenti e agli Ufficiali delle Forze dell’Ordine un porto sicuro in cui poter approdare, un supporto psicologico che permetta loro di portare avanti la professione che spesso hanno scelto guidati da una vocazione, con la stessa passione con cui l’hanno iniziata e con la stessa energia.

CerchioBlu, che dal 2006 si occupa di queste tematiche, ha da poco predisposto un servizio di sostegno psicologico erogato a prezzi agevolati per gli appartenenti alle Forze dell’Ordine, tutti gli interessati possono scrivere a sostegno.psicologico@cerchioblu.eu per informazioni e richiedere un appuntamento, la prima seduta è gratuita.